Diagnostica prenatale

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La diagnostica prenatale è un tema molto importante. L’analisi viene effettuata principalmente al fine di evidenziare eventuali anomalie cromosomiche del bambino. Si può distinguere tra tecniche invasive e non invasive.

Tra quelle non invasive troviamo:

- L’ecografia
- La translucenza nucale
- La misura dell’osso nasale
- L’ecografia 3 o 4D
- Il test triplo e il test quadruplo - questi studi cercano di evidenziare le peculiarità cromosomiche in base alla concentrazione di alcuni ormoni nel sangue della madre.

Tra quelle invasive troviamo:

- La villocentesi: consente di prelevare i villi corali della placenta inserendo un ago sotto la guida di un’ecografia attraverso l’addome materno.
- L’amniocentesi: viene prelevato con un ago del liquido amniotico.
- La cordocentesi: viene prelevato del sangue dal cordone ombelicale sempre con un ago attraverso l’addome della madre. Questa tecnica è usata sempre meno.

Le tecniche invasive sono accompagnate da elevati rischi per il bambino e sono usate sempre meno. In casi estremi possono portare anche all’aborto.
Come genitori dovrete decidere se conseguire o meno la diagnostica prenatale, la domanda principale è: se dovessi sapere che il mio bambino avesse delle anomalie cromosomiche, preferirei interrompere la gravidanza? Se la risposta è sicuramente no, allora non vale la pena conseguire questi test sia invasivi che non.
Ci sono molti genitori che si rifiutano di istaurare un legame con il bambino in pancia fino a che non sono sicuri che tutto sia come deve essere, non accetterebbero la situazione di un bambino con problemi sin dalla nascita. In questo caso è ovviamente opportuno conseguire questi test. Grazie alle nuove tecniche odierne si possono avere tante risposte anche attraverso tecniche non invasive che non comportano rischi per il bambino.

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